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Fiorella Mannoia benedice la vita in una canzone che è un inno all’esistenza

Nei decenni passati la maggior parte delle canzoni del Festival di Sanremo parlavano d’amore. Quest’anno invece prevale la vita. Non a caso la regina della musica italiana, Fiorella Mannoia, che torna in gara dopo ben 29 anni ha presentato una canzone già data come probabile vincitrice intitolata Che sia benedetta, di Amara e Salvatore Mineo, con un testo davvero suggestivo:

Ho sbagliato tante volte nella vita
Chissà quante volte ancora sbaglierò
In questa piccola parentesi infinita quante volte
ho chiesto scusa e quante no
è una corsa che decide la sua meta
quanti ricordi che si lasciano per strada
quante volte ho rovesciato la clessidra
questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa passa

che sia benedetta
per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta
per quanto sembri incoerente e testarda se cadi ti aspetta
siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta

tenersela stretta
siamo eterno siamo passi siamo storie
siamo figli della nostra verità
e se è vero che c’è un dio e non ci abbandona
che sia fatta adesso la sua volontà
in questo traffico di sguardi senza meta
in quei sorrisi spenti per le strade
quante volte condanniamo questa vita
illudendoci d’averla già capita
non basta non basta
che sia benedetta

per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta
per quanto sembri incoerente e testarda se cadi ti aspetta
siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta
tenersela stretta

a chi trova se stesso nel proprio coraggio
a chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggio
a chi lotta da sempre e sopporta il dolore
qui nessuno è diverso perché nessuno è migliore
a chi ha perso tutto e riparte da zero perché
niente finisce quando vivi davvero
a chi resta da solo abbandonato al silenzio
a chi dona l’amore che ha dentro
che sia benedetta

per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta
per quanto sembri incoerente e testarda se cadi ti aspetta
e siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta
tenersela stretta
a tenercela stretta
che sia benedetta

La cantante romana non delude, come in tutte le altre occasioni in cui ha presentato un brano al festival nella città dei fiori. La prima volta fu nel 1981 con Caffè nero bollente, poi ci tornò nel 1984 con la splendida Come si cambia e che dire di Quello che le donne non dicono nel 1987 e de Le notti di maggio nel 1988? Ormai fanno parte del nostro DNA.

“Che sia benedetta” è contenuta all’interno della riedizione promozionale sanremese dell’ultimo album in studio di Fiorella Mannoia, Combattente. Il repackaging conterrà anche le registrazioni dal vivo, tratte dal tour nei teatri dello scorso autunno, delle quattro canzoni portate in gara al Festival dalla cantante nel corso della sua carriera e la cover di La cura.