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Adriano Giannini, dal successo al lutto mai superato: l’attore in un mare di lacrime sconvolge il pubblico

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Adriano Giannini – Solospettacolo (foto Instagram)

Adriano Giannini si è raccontato in una lunga intervista dove ha rivelato del terribile lutto mai superato. Le lacrime scorrono a fiumi. 

È figlio d’arte Adriano Giannini, che fa lo stesso mestiere del padre tanto famoso quanto talentuoso, l’indimenticabile Giancarlo. Ma guai a rimarcarne la somiglianza. “Da adolescente detestavo che me lo dicessero. Una volta tirai un piatto di rigatoni in faccia a uno” racconta al Corriere.

Gli stessi tratti ma anche lo stesso talento del padre. Al cinema con la pellicola Adagio, nella quale interpreta un poliziotto cinico e spietato, e presto protagonista su Netflix di una serie che farà discutere.

In Supersex, che racconta la vita del pornoattore Rocco Siffredi, interpreta il fratellastro maggiore Tommaso. E sempre nell’intervista citata ne parla ampiamente.

Ma Adriano Giannini parla anche del terribile lutto che lo ha colpito,  e con le sue parole ha sconvolto tutti.

Adriano Giannini: il lutto mai superato

La nuova serie che vedrà recitare il simpatico Adriano Giannini farà sicuramente discutere. Incentrata, come abbiamo detto, sulla vita di Rocco Siffredi, ne parla così: “Nella serie sono Tommaso, il fratellastro di Rocco, più grande di lui. Personaggio estremo e complesso. Ruppe con la famiglia. Andò a Parigi dove aprì un ristorante. Entrò in un giro un po’ losco di marsigliesi e corsi. Era il punto di riferimento e l’idolo di Rocco, che a Parigi conobbe Pontello, l’attore hard che lo introdusse al porno”.

Poi racconta un aneddoto: Rocco Siffredi, parlandogli, pare gli abbia assicurato che lui sarebbe proprio perfetto come pornodivo, esattamente come lui. “Eh, un attimo bisogna vedere, risposi imbarazzato”, svela l’attore.

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Adriano Giannini – Solospettacolo (foto Instagram)

Il triste racconto

Adriano Giannini non  nasce come attore ma come cineoperatore. Ricorda: “Dopo la maturità, l’ho fatto per undici anni. Il primo film è quello di mia madre, Evelina e i suoi figli. La storia, autobiografica, di una donna con due figli. Ero disposto a fare qualunque lavoretto sul set, senza avere competenza. Non avevo idea di cosa fare. Volevo guadagnare qualche soldo per andare in America a imparare l’inglese”.

E poi fa una triste rivelazione, il lutto mai superato che lo ha segnato per sempre: “C’entrava anche la perdita di mio fratello Lorenzo, morto per aneurisma cerebrale. Eravamo molto legati, le vacanze insieme, le risate e le litigate. Rimasi anestetizzato dal dolore, cercai di andare avanti senza pensarci, mi buttai tra le maestranze dei set. All’epoca gli operatori e gli assistenti erano i primi a vedere il girato, anche prima del regista”. E nonostante sia figlio d’arte ammette “Ho fatto una lunga gavetta”.