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Legge 104 e permessi retribuiti: come utilizzarli? Le regole da non dimenticare

La legge 104 riconosce permessi retribuiti ai familiari di persone con disabilità in situazione di gravità. Per poter godere di questi tre giorni mensili è necessario essere lavoratori dipendenti, anche part time, e risultare assicurati per le prestazioni di maternità presso l’INPS. Vengono concessi ai genitori, anche affidatari o adottivi, del disabile, al coniuge, all’unito civilmente o al convivente di fatto fino ai parenti e gli affini di terzo grado.

Dal 13 agosto 2022, data di entrata in vigore del dlgs n.105/2022, i giorni di permesso potranno anche essere alternati tra più lavoratori dipendenti per l’assistenza alla stessa persona disabile. Tutte le novità!

La legge 104 riconosce permessi retribuiti ai familiari di persone con disabilità in situazione di gravità. Ma a chi bisogna rivolgersi per ottenerla? Come funziona ” il tutto”?

La domanda per poter fruire dei tre giorni di permesso retribuito deve essere inoltrata all’Inps, che verificherà i requisiti del richiedente. Da quel momento, il lavoratore può disporre dei giorni che gli spettano e sarà retribuito dall’Istituto tramite il proprio datore di lavoro.

L’azienda non ha alcun  potere di autorizzare, di negare né di richiedere giustificazioni su questi permessi. In modo da non creare problemi di carattere organizzativo, e mantenere un clima collaborativo, è consigliabile però concordare con il datore di lavoro come fruirne.

Se si lavora nel mondo della scuola…

 

Questa regola vale soprattutto per la scuola, dove il dirigente scolastico ha la facoltà di chiederne la programmazione, proprio per evitare ripercussioni sugli studenti. Per ciò che concerne gli insegnanti, i permessi 104 infatti sono sono regolamentati dall’art. 15, comma 6 del vigente Ccnl scuola: “I permessi mensili (…) devono essere possibilmente fruiti dai docenti in giornate non ricorrenti.” I giorni di permesso non possono però essere utilizzati per andare in vacanza, ma solo per prestare la dovuta assistenza alle persone con disabilità davvero grave.

Ammesso anche il cumulo per un lavatore ma ad alcune condizioni

I permessi possono anche essere usati per assistere due persone che possiedono grave disabilità. In questo caso il lavoratore può quindi fruirne nella misura 3+3. A condizione- attenzione-  come ben evidenziato dalla circolare INPS n.32/2012, che il familiare da assistere sia il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto, oppure un parente o un affine entro il primo grado.

È ammesso poi  il cumulo per un solo lavoratore anche per l’assistenza a parenti o affini fino al secondo grado solo quando i genitori, il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto della persona disabile grave abbiano compiuto i 65 anni,  oppure siano affetti da patologie invalidanti, deceduti o mancanti.

Inoltre è pure  necessario dimostrare che i due familiari disabili abbiano bisogno di assistenza con tempi e modalità differenti.