Giovanni Muciaccia, la rivelazione senza precedenti: “Sono stato responsabile…” | Il motivo è impensabile
La star di Art Attack Giovanni Muciaccia si confessa e ammette la sua responsabilità. Di cosa ha parlato nella lunga intervista concessa.
Giovanni Muciaccia è cresciuto, come sono cresciuti tutti i bambini che seguivano con trepidante attesa le puntate di Art Attack negli anno 90 in cui mostrava i tutorial al grido di “fatto?” che lo ha reso famoso.
Tutorial in cui si riuscivano a ottenere vere opere d’arte da materiali di recupero e che, siamo sicuri, avrebbero ancora lo stesso successo se dovessero tornare in tv oggi.
A poco più di 50 anni, lontano dal mondo della tv a parte qualche apparizione ultimamente ad Avanti un altro condotta da Paolo Bonolis, Muciaccia oltre ad aver scritto un libro che parla di arte, dal titolo Attacchi d’arte contemporanea – e come poteva essere altrimenti – si è rivolto al popolo del web. Molto presente sui social, realizza dei tutorial per chi ne fa richiesta.
Ma cosa ha confessato? Scopriamo dalle sue parole come ha iniziato e di cosa si sente responsabile.
Giovanni Muciaccia: la confessione
Giovanni Muciaccia ha confessato ai microfoni di Radio Deejay di essere approdato al programma che lo ha reso più famoso praticamente per caso. “Era cercato un presentatore, qualcuno che sapesse farti appassionare del racconto, degli art work. Al provino poi chiedevano di fare qualcosa. Io mi presentai con degli stuzzicadenti e dell’uva passa e gli feci un cagnolino con quelli”. Quando si dice il talento, insomma.
Ma quel ragazzo con capelli scompigliati e maglietta rossa in quello studio tutto colorato con pennelli giganti ed enormi macchie di colore, oggi è rimasto quasi uguale. E ricorda sempre con affetto la trasmissione per la quale molti lo hanno adorato.
Art Attack oggi? Un sogno
Art Attack è rimasta nell’immaginario collettivo una delle trasmissioni più belle dell’infanzia di noi quarantenni. E Giovanni Muciaccia ammette a Repubblica: “Quel programma era una bomba, lo rifarei anche domani. Basta guardare le visualizzazioni che ci sono su YouTube, alcuni video raggiungono quasi il milione. Oggi la tv per ragazzi è molto cambiata, purtroppo non ci sono più programmo che stimolino la creatività. E questo è un peccato”.
E poi aggiunge: “Sono consapevole di avere avuto una grande responsabilità. Ancora oggi la gente mi scrive o mi ferma per strada. Alcuni mi raccontano di essere diventati architetti o di essersi iscritti a istituti d’arte, stimolati dalle puntate di Art Attack. Ma la cosa più bella è che molti mi dicono ‘grazie per l’infanzia che mi hai regalato’. E questo mi riempie di gioia e mi fa commuovere. Oggi non c’è più una vera tv per ragazzi”.